«Ex Serini addio:
ma ora chi
paga il conto?»

di Valerio Morabito
Il sollievo di Silvia Gavezzotti
Il sollievo di Silvia Gavezzotti
Il sollievo di Silvia Gavezzotti
Il sollievo di Silvia Gavezzotti

Valerio Morabito Il centro profughi nella ex caserma Serini? «Un progetto concettualmente sbagliato», «un caso italiano di sperpero di denaro pubblico», ma anche un’operazione che ha finito con l’avvelenare il clima di una città vocata all’integrazione come Montichiari. Per una volta il Governo ha messo tutti d’accordo: la decisione del Ministero dell’Interno di rinunciare ad allestire un centro di permanenza per i rimpatri nell’edificio militare dismesso ha fatto tirare un sospiro di sollievo a cittadini, amministratori e anche agli immigrati residenti sulle rive del Chiese. A tirare un sospiro di sollievo è il sindaco Mario Fraccaro, contrario al progetto in tempi non sospetti, che guarda già avanti: «Stiamo valutando la possibilità di acquisire l'area dal Demanio - annuncia - prima della fine dell’anno effettueremo un sopralluogo con la Prefettura per mettere nero su bianco un progetto di riconversione. L'obiettivo è restituire l’edificio militare alla cittadinanza. La nostra idea è di trasformare la ex caserma in un quartier generale regionale o nazionale della Protezione civile, considerando che il Centro fiera di Montichiari ospita già il Reas-salone internazionale dell'emergenza». PLAUDE - e non potrebbe essere diversamente - alla decisione del ministro degli Interni Matteo Salvini anche il Carroccio. «Sono stati la Lega Nord e il Comitato ad aver fatto realmente le barricate al progetto del Governo Renzi, passando mesi nel presidio davanti all'entrata - afferma Marco Togni, capogruppo in Consiglio comunale della Lega -. Abbiamo pressato ogni livello istituzionale con diffide evidenziando tutte le criticità e la vulnerabilità urbanistica legata alla vicinanza dell’aeroporto. Il centro profughi avrebbe creato un problema di sicurezza, ma in pochi hanno avuto il coraggio di denunciarlo. La maggioranza degli amministratori ha preferito stringere accordi sottobanco con il Governo allora in carica». «Contenta della decisione del ministero - osserva Silvia Gavezzotti, coordinatrice del comitato la ’Serini ai cittadini’ - ma il dietro front del Governo è merito di chi ha protestato in Fascia d'Oro. Non certo di altri». E dopo aver presidiato per mesi l’ingresso della ex caserma, il Comitato si ritroverà mercoledì 12 dicembre alle 20.30 davanti alla Serini per «festeggiare la fine di un incubo», annuncia Gavezzotti. Ma al netto della voce di amministratori e Comitato, sono i commenti della gente comune a sottolineare come la gestione della partita del centro profughi sia stato un fallimento annunciato. «SONO D'ACCORDO con la decisione del Viminale - afferma Renato Perillo - Alla caserma Serini mi legano ricordi professionali importanti considerato che dal 1964 sono stato in servizio nel sito militare con l’incarico di maresciallo scelto dell'Aeronautica. Riconvertire a fini umanitari il complesso sarebbe stata un’impresa immane sotto ogni aspetto. Il progetto è diventato ancora più complesso quando il Governo ha deciso di allestire nella caserma un centro blindato per clandestini in attesa di rimpatrio. La Fascia d'Oro è uno dei luoghi storici di Montichiari incompatibile con una struttura di accoglienza per richiedenti asilo». «La ex Serini non era un ambiente adatto per accogliere delle persone. Se si voleva fare davvero accoglienza - afferma Alfonso Turchetti - non si dovevano portare in quel luogo che è distante dal centro del paese. Il rischio sarebbe stato creare una sorta di ghetto. In più occorre chiedersi: chi pagherà la luce, l'acqua e le altre spese di questi anni? È stato speso denaro pubblico, si stima oltre un milione, per infrastrutture destinate al centro profughi. Chi pagherà il conto? I cittadini ovviamente...». Nessuno rimpiange il progetto del Cpr. «Non posso che essere d'accordo con questa decisione - rimarca Walter Vescarelli - anche se sono consapevole che sia un ragionamento egoistico. Come cittadino sono preoccupato per le modalità di accoglienza di queste persone e mi rendo conto che i flussi migratori esistono da sempre e non termineranno ne nel breve che nel lungo periodo. Anche se per fortuna la situazione emergenziale, da circa un anno, è in parte rientrata. I soldi spesi? Non sono uno spreco se l'amministrazione è lungimirante e riesce a cambiare la destinazione d'uso dell'ex caserma per poterla utilizzare a favore dei cittadini di Montichiari». «Per la sicurezza della Fascia d'Oro, dove vivono diverse famiglie, è un bene che non si sia realizzato il Cpr - incalza Marinella Bancalari -. In generale credo che il problema degli incessanti flussi migratori vada risolto alla radice e non scaricato sulle comunità locali». «A prescindere dalla decisione del Ministero - puntalizza Carlo Filippini - credo che adesso quell'area potrebbe essere destinata ad alloggi per famiglie bisognose che sul territorio sono in forte aumento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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