Beni confiscati alla mafia Le fotografie raccontano

Una delle fotografie di Marta Bonisoli esposte a Longhena
Una delle fotografie di Marta Bonisoli esposte a Longhena
Una delle fotografie di Marta Bonisoli esposte a Longhena
Una delle fotografie di Marta Bonisoli esposte a Longhena

Ieri l’inaugurazione, oggi l’intera giornata a disposizione per visitarla. È approdata a Longhena, in sala civica, la mostra fotografica «Confiscati e fotografati», evento curato e organizzato dal coordinamento bresciano di Libera. IN VETRINA gli scatti che hanno partecipato al concorso indetto nei mesi scorsi dall’associazione, al quale hanno partecipato più di sessanta fotografi. Tema, appunto, i beni confiscati alla mafia in provincia di Brescia. Che in tutta la provincia sono 239, dei quali 105 destinati dall’Agenzia nazionale ai Comuni (di questi circa il 70 per cento è stato riutilizzato a scopi sociali). Libera ne ha selezionati 38 (riutilizzati e non) da proporre e sottoporre alla sensibilità di obiettivi e otturatori. È nata così la mostra itinerante che ha già fatto tappa a Lumezzane e a Concesio, e che oggi, per tutta la giornata, sarà visitabile gratuitamente negli spazi della sala civica di Longhena, in piazza Chiesa. A vincere il concorso indetto da Libera, per la categoria «beni non riutilizzati», gli scatti di Marta Bonisoli, che ha ritratto l’area Caffaro di via Ghislandi; per la categoria «beni riutilizzati», invece, quelli di Carlo Sana, che si è confrontato con un appartamento di Lumezzane gestito dalla coop «Il Mosaico».

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