Baby vandali
«condannati»
a fare del bene

di Valerio Morabito
I  vandali della scuola   hanno scontato la loro punizione creativa
I vandali della scuola hanno scontato la loro punizione creativa
I  vandali della scuola   hanno scontato la loro punizione creativa
I vandali della scuola hanno scontato la loro punizione creativa

Avevano «sfregiato» le aule della scuola fresche di costruzione. Identificati i cinque baby vandali delle medie di Carpenedolo hanno accettato come risarcimento morale per la loro bravata di dedicare dieci ore del proprio tempo libero a lavori socialmente utili. Nello specifico, invece di trascorrere il sabato e la domenica davanti la play station o con gli amici, hanno svolto gratuitamente una serie di mansioni legate alla manifestazione dedicata nel fine settimana ai mattoncini Lego. UNA FORMA di «giustizia riparativa» creativa, ma soprattutto pedagogica che ha trovato tutti d’accordo: Amministrazione comunale, dirigenza scolastica, genitori e persino gli adolescenti che hanno confessato di aver apprezzato l’esperienza di volontariato «coatto». La conferma che quando la rete di protezione tra educatori, istituzioni e famiglie funziona, non servono ostentate raccolte di firme per imporre l’ora di educazione civica, una materia che non si impara in classe, ma dalla vita di tutti i giorni. L’episodio risale a meno di un mese fa: i cinque ragazzi che frequentano la classe terza cominciano a usare in modo improprio gli arredi delle nuove aule, camminando sui banchi e gettando a terra le sedie. Dopo una serie di avvertimenti, la direzione minaccia di trasferire la classe nel vecchio padiglione. La risposta dei cinque ragazzi? Vandalizzare le aule appena inaugurate imbrattando i muri e danneggiando seriamente le sedie. Docenti e dirigenti scolastici identificano subito i responsabili segnalando il caso all’Amministrazione comunale che in un primo momento pensa di sporgere denuncia contro i ragazzi. Poi però prevale una linea più soft e sicuramente più educativa. Genitori, insegnanti e amministratori hanno concordato la punizione pedagogica. In sostanza, nella due giorni della quattordicesima edizione della Fiera del torrone, i ragazzi si sono messi al servizio dello staff organizzativo di «Un mattoncino alla volta». Nella palestra Atene, dunque, i cinque alunni della scuola media hanno svolto quelli che vengono considerati lavori socialmente utili nell'evento targato Lego. Una sorta di risarcimento per ciò che hanno commesso nel plesso scolastico ed in particolar modo nella nuova ala della struttura. Un modo come un altro per fargli capire, in modo concreto e senza una denuncia che avrebbe condizionato il loro rapporto con la legalità, che non si deturpa un bene comune. •

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