Attorno alla Macogna
sta salendo
la tensione

di Cinzia Reboni
Lo striscione srotolato ieri all’ingresso della discarica Macogna
Lo striscione srotolato ieri all’ingresso della discarica Macogna
Lo striscione srotolato ieri all’ingresso della discarica Macogna
Lo striscione srotolato ieri all’ingresso della discarica Macogna

Il caso Macogna rischia di diventare un problema di ordine pubblico dopo la decisione della Provincia di autorizzare il triplicamento dell’eluato, ovvero la frazione di inquinante dei rifiuti tumulati nella discarica. La Drr nelle prossime ore potrebbe riavviare i conferimenti di inerti nel bacino incastonato fra Cazzago, Rovato, Travagliato e Berlingo e le proteste dei residenti potrebbero ripartire con picchetti ai cancelli e blocco dei camion come avvenuto l’anno scorso. Per prevenire potenziali disordini e fare il punto della situazione, ieri il prefetto Valerio Valenti ha convocato un vertice tra amministratori dei paesi affacciati sulla Macogna, forze dell’ordine e rappresentanti dell’azienda per fare il punto della situazione. Oltre ai vertici della Questura e del comando provinciale dei carabinieri e della Guardia di finanza, all’incontro erano presenti due rappresentanti della Provincia, i quattro sindaci, e i delegati della Drr, l’architetto Lucio Moro e l’avvocato Marcello Ferrari Chazelet. «Noi amministratori ci siamo fatti portavoce dello stato d’animo e dell’indignazione dei cittadini - spiega Cristina Bellini, sindaco di Berlingo -. Inutile negarlo: la tensione che si percepisce è frutto dell’esasperazione, i residenti si sentono presi in giro dalla decisione della Provincia».

Al prefetto i quattro sindaci hanno anche anticipato la volontà di impugnare il provvedimento e chiedere la sospensiva. «La deroga è un atto autonomo - spiega Cristina Bellini -, che può essere impugnato autonomamente, ed è quello che faremo. Su questo siamo tutti d’accordo».

Di fronte ai rappresentanti della Drr, anche ieri l’atteggiamento dei quattro sindaci non è cambiato: «La nostra posizione nei confronti dell’azienda è immutata: non si può trovare un compromesso né una mediazione - conclude il primo cittadino di Berlingo -. Dal punto di vista politico, la Provincia si assumerà le responsabilità della decisione presa».

Nel frattempo, il Comitato No Macogna sta alla finestra. «Vedremo come muoverci, stiamo decidendo in queste ore quale strada intraprendere - spiega il portavoce Graziano Baresi -. Certo questa decisione della Provincia ci ha spiazzato non poco. Ci aspettavamo ben altro: dopo quello che sta succedendo in questi giorni a Vighizzolo, ci sembra un paradosso». Le diverse anime del movimento no-Macogna, hanno invocato le dimissioni del presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli.

Intanto alla Macogna il conferimento dei rifiuti non è ancora ripreso. L’exit strategy studiata a tavolino dalla Drr per allentare la tensione - che, oltre alla rimozione dei rifiuti non conformi finiti sotto la lente della procura, prevedeva un “dialogo“ con il territorio - al momento non ha dato i frutti sperati. Anzi, la concessione di triplicare l’eluato - che lascia intendere un ampliamento della gamma di rifiuti trattati in discarica - induce a pensare che si sia chiuso anche l’ultimo spiraglio per una pacifica convivenza fra la popolazione e la discarica più contestata nella recente storia bresciana.

Suggerimenti