TRA LE BANCARELLE. Anche quest’anno si è scatenata la caccia al «prodotto dell’anno» e a quelli sempre di moda

Spazzola elettrica «star» 2017
Ma il mocio è intramontabile

di Magda Biglia
Una dimostrazione dell’utilizzo della spazzola elettrica, «prodotto dell’anno» alla fiera di San Faustino
Una dimostrazione dell’utilizzo della spazzola elettrica, «prodotto dell’anno» alla fiera di San Faustino
Una dimostrazione dell’utilizzo della spazzola elettrica, «prodotto dell’anno» alla fiera di San Faustino
Una dimostrazione dell’utilizzo della spazzola elettrica, «prodotto dell’anno» alla fiera di San Faustino

Star dell’anno 2017: la spazzola elettrica che elimina lo scontento raddrizzando i capelli mossi o arricciando i dritti a spaghetto. Costa 20 euro, che diventano 30 per il modello che adatta automaticamente la temperatura alla bisogna anziché mantenere quella impostata. Parecchi gli spazi con sedile per la dimostrazione della protagonista di quest’anno in vari luoghi del lungo serpentone della Fiera di San Faustino, con le signore in crocchio ad ammirare.

Certo, dall’oggetto più discreto non è stato eguagliato il passato boom del mocio dalle tante bancarelle, ben visibile nella sfilata di persone che tornavano a casa con i bastoni colorati, così numerose che sembrava fosse stato donato in omaggio. Ancora lo si trovava ieri, in versione tipica o perfezionata nella confezione e nel prezzo, e non poche erano le richieste di bis o di ricambio, così come per lo zerbino magico che ripulisce le scarpe prima di entrare in casa, aggiornato nei colori e nelle misure.

AL POPOLO della fiera piace fermarsi, guardare, ascoltare l’elenco delle prestazioni magiche, anche senza alla fine concludere. È uno spettacolo interattivo, e non solo nel caso degli imbonitori professionisti, circondati dagli spettatori. Il solito, accanto alla chiesa, anche ieri sbatteva piatti e bicchieri infrangibili mettendoli all’asta. «Non per cinquanta, non per trenta, né per venti, per dieci, chi lo vuole?» gridava, arrabbiandosi se le mani non si alzavano alla svelta e riponendo le stoviglie non apprezzate da più richieste. Un altro offriva set di coltelleria in ceramica-pietra, scendendo da oltre cento euro a dieci: «Fate in fretta perché sono gli ultimi, siete fortunati perché prima costavano di più» diceva. La ricerca della novità è sempre un must per clienti e ambulanti: alcuni ribadiscono il loro prodotto, creando fedeltà e riferimento, altri propongono variazioni sul tema, altri ancora cambiano ogni volta per vendere di più.

Così ha fatto, ad esempio, il venditore passato dagli stracci pulitutto ai libri per bambini o quello dell’arancinotto, tralasciata la macchinetta per le patatine a spicchi. Sul suo ripiano tanti begli arancini siciliani, ottenuti dal riso con aggiunte varie nello stampino, fornito nella scatola di apposito ricettario. Il segreto un chilo di riso per due litri di acqua e niente scolo per non perdere l’amido. In regalo per l’acquirente un temperino per i cetrioli. Tritare, affettare gli ortaggi è sempre uno degli ’sport’ più gettonati. Un imperativo lungo l’intero percorso. Curioso il coltello-forbice con annesso piccolo taglierino per offrire l’affettato brevi manu, sia un salamino o una fetta di pane. La fantasia dell’accessorio casalingo fa del mercato dedicato ai nostri patroni una meta ormai ineludibile e peculiare. Ma c’è aspettativa pure per i ritorni eccellenti, dal cachemire del Forte, alle padelle per cuocere senza grassi, al silicone di coperchi, pattine, cucchiai. Qualche bancarella è specifica, qualche bancarella è un bazar, ma in nome della liberalizzazione, non mancano gli assortimenti strani, cinture e coltelli, caffettiere e pulitutto.

Puntuali gli scontrini, tanti i sacchetti o «le valigie Armani, prendi oggi e butti domani», trovata di un furbacchiotto. Insistente la promessa del made in Italy, innegabile legame con la qualità. Le golosità hanno ricevuto il consueto assalto, porchetta tradizionale in primis, ma anche il panino con la salamina o il vin brulé degli alpini di Borgosatollo, il cui ricavato andrà all’ampliamento della scuola Nikolajewka. Il sole caldo e splendente, una processione da San Faustino, come dice l’espressione divenuta sinonimo di affollamento, lungo corteo con uno spuntare di spazzoloni e palloncini colorati dalle forme più svariate, l’odore di fritto, l’aria di festa: la fiera dei bresciani ha ieri confermato la più canonica delle sue tradizioni.

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