TECNOLOGIA & DIPENDENZE

Screen Time
l'app che riduce
gli eccessi

I social network possono provocare dipendenza
I social network possono provocare dipendenza
I social network possono provocare dipendenza
I social network possono provocare dipendenza

Il 5 giugno si è svolta l’annuale conferenza di Apple rivolta ai programmatori ed è stata annunciata l’introduzione di una novità importante in iOS12 (il nuovo sistema operativo che verrà rilasciato in versione definitiva a settembre) per tutti quelli che desiderano combattere la dipendenza da schermo. Attenzione attenzione: Apple introduce Screen Time, un App che monitora il tempo che gli utenti passano sullo schermo. Obiettivo della Mela? Aiutare le persone a migliorare la qualità del tempo trascorso sul piccolo schermo, anche a scapito della quantità, forse. Questo almeno è ciò che viene dichiarato. Tim Cook, il Ceo dell’azienda, ha parlato di «live better» riferendosi alla volontà dell’azienda di far vivere meglio chi usa i suoi prodotti e quindi di concentrarsi nella costruzione di strumenti che promuovano il benessere. Oggi siamo in quella che viene descritta come l’«era dell’attenzione», in cui il valore di un sito web e di un App viene misurato dalla quantità di minuti che le nostre pupille rimangono incollate allo schermo, e in cui l’obiettivo delle aziende tecnologiche è escogitare metodi per tenerci sempre più incollati ai loro prodotti digitali. Screen Time invece è uno strumento che misura la quantità di tempo passata sul telefono e avverte quando si sta per superare il limite prestabilito di fruizione di alcune piattaforme. Per esempio, si può impostare un limite giornaliero di utilizzo dei social network oppure di visualizzazione di video, proprio per evitare quel fenomeno, di cui credo chiunque sia stato vittima almeno una volta, per cui si apre il telefono per controllare una cosa al volo e si finisce per trascorrervi 20 minuti come niente. Screen Time non è la panacea di tutti i mali relativi al rapporto talvolta malato che abbiamo con gli schermi, ma sicuramente è un primo passo fatto da una azienda leader del settore. Probabilmente la decisione è stata presa anche perché l’opinione pubblica, sopratutto oltreoceano, è sempre più sensibile al tema della quantità di tempo che le persone trascorrono sugli schermi. E anche gli eredi di Steve Jobs dovevano fare un passo per rendere la loro tecnologia più rispettosa dell’uomo. Facile prevedere che ci saranno altre evoluzioni nel tempo, a mio parere, sempre in questa direzione. Tant’è che nelle ultime settimane, in California è nata una community di professionisti del digitale che ha lanciato una petizione ad Apple per chiedere all’azienda di aprire un po’ di più il suo ecosistema in modo da collaborare con quei programmatori informatici che desiderano costruire prodotti che proteggano la salute mentale degli utilizzatori di iPhone. La petizione è uscita dai confini americani e sta girando in tutto il mondo, superando 1.500 firmatari e 25 organizzazioni sostenitrici (anche noi italiani ci siamo!). Chiunque può aderire per avere un iPhone più rispettoso: bastano pochi secondi per contribuire a migliorare la tecnologia che ci circonda. L’indirizzo della petizione è https://www. change.org/p/apple-allow -digital-wellness-developers-to-help-ios-users

 

Monica Bormetti
DOTTORESSA
IN PSICOLOGIA
E FORMATRICE
DI DIGITAL DETOX
DISCONNESSIONI info@smartbreak.i

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