BRESCIA

In comunità il
15enne malato
di playstation

Con la playstation davanti al video
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Da venerdì scorso è affidato a una comunità per minori di Crema (Cremona), il ragazzo affetto da una grave dipendenza dai videogiochi. Gli agenti del commissariato cittadino da tempo monitoravano la delicata situazione, sua e della famiglia, che è seguita dai servizi sociali. I genitori sono separati da anni. La madre è tossicodipendente e ha precedenti penali. La figlia è scappata di casa col fidanzato quando non aveva ancora raggiunto la maggiore età ed è stata a sua volta affidata a una comunità. Da questo preoccupante contesto è emersa la condizione dell’ adolescente, ora quindicenne, con difficoltà d’apprendimento, schiavo della consolle e pertanto vittima di una dipendenza da videogiochi da cui non riesce a liberarsi. Il gioco ossessivo costituisce per il ragazzo un mezzo di fuga dalla realtà. Tra l’altro la madre non si preoccupava di assolvere l’obbligo scolastico del figlio che era assente per lunghi periodi e passava buona parte della giornata davanti alla televisione o al computer. Un primo tentativo di aiutare il giovane era stato compiuto lo scorso novembre, ma non era andato a buon fine. In quell’ occasione, nonostante il decreto del Tribunale per i minorenni di Brescia prevedesse la collocazione del giovane in una comunità di recupero, non era stata data esecuzione al provvedimento perchè la madre si era fermamente opposta. La donna aveva interessato della vicenda i legali e la stampa e la storia era stata riportata in maniera distorta perchè non inserita all’interno di una situazione famigliare problematica. Al momento fissato per intervenire, all’ingresso della palazzina dove abitano madre e figlio, erano presenti molti giornalisti televisivi e della carta stampata e diversi curiosi. In quell’occasione la donna aveva dichiarato ai cronisti che il figlio stava migliorando la propria situazione personale, che aveva ripreso ad andare a scuola e che stava affrancandosi dalla dipendenza dai videogiochi. Lungi invece dall’essere risolto, il problema è stato soltanto rinviato di qualche mese e col tempo la dipendenza è aumentata. Dalla relazione stilata dagli assistenti sociali, risulta che la madre ha dimostrato di non voler cambiare la propria condotta di vita e di non sapersi prendere cura del figlio. Scaturisce da qui l’ordine di sottrarre il ragazzo alla madre, emesso dal giudice di sorveglianza. Gli agenti del commissariato sono dunque dovuti intervenire. All’atto di prelevare il minore dalla casa, gli agenti lo hanno trovato nella sua camera, intento a giocare, con la consolle sulle ginocchia. Il ragazzo è stato quindi collocato in una comunità di tutela. Adesso dovrà intraprendere un percorso riabilitativo finalizzato a dargli quell’equilibrio stabile che in famiglia non è riuscito a trovare. Continuerà ad essere seguito dall’autorità giudiziaria e dai servizi sociali territoriali di Crema.

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